Noire

Cerchi la danzatrice dalla pelle scura, caro ufficiale. Non sei il solo. Vengono da ogni parte della costa per vederla, Nonostante il caldo e la noia dell’attesa, si siedono e aspettano che arrivi.
La notte, caro ufficiale. Senti il suo nome salire nel brusio concitato, nelle pause dell’orchestra, rimbalzare come se la gente lo spingesse su, per poi lasciarlo cadere quando la musica riprende. Noire. È così che la chiamano. E lei si lascia chiamare, senza rispondere. Ecco i suoi movimenti. Misteriosi, caldi come il vento africano. Lei sa frugare fra la musica e dividere le note delle battute in buone e cattive, quelle da prendere da lasciare. Sembra una magia. E’ il suo modo di parlare.
Pensaci, caro ufficiale. Perché tu forse la sua storia la conosci. Accadde parecchi anni fa. Quattro tutori dell’ordine come te. La videro nera e sola, e decisero che doveva starci. Ma lei si difese, e allora due di loro le mostrarono di cosa erano capaci. Tagliandole la lingua.
Per questo senti il disprezzo e l’odio sulla tua divisa. E per questo ti si è fermato il respiro quando l’hai vista. Niente a che vedere col fascino la seduzione. Ti è mancato il fiato per dire una qualsiasi cosa, perché lei ti ha guardato come si guardano le persone che si devono ammazzare.
Pensaci bene, perché lei ti ha riconosciuto e ti ha invitato per un tango, il ballo della nostalgia struggente, dai passi accesi. Meglio fare finta di non averla incontrata, né oggi né mai.
Invece ti lasci guidare. Senti le sue gambe e il suo bacino muoversi con sicurezza ed eleganza, con un braccio le cinge la vita l’altro lo unisce al tuo verso l’alto. Nemmeno lo immagini che sotto la gonna le nasconde un coltello dalla lama affilata, che quando il suo braccio si scioglierà dal tuo , lei allungherà la mano a prenderlo. E sarà un attimo. Una zampata, come quella di una fiera.
Il dolore, caro ufficiale. Quanto tempo avuto per pensarci?
Sei disteso a terra. Solo e con la pietà di nessuno addosso.
© Gianni Aniello 1999 All rights reserved
Questo racconto fu scritto nel 1999 durante il lavoro che portò alla pubblicazione de “Il racconto breve”, Edizioni del Delfino, 2000. all’epoca l’internet era agli albori eppure la misura e lo stile si sposano oggi perfettamente a una pubblicazione su web. L’idea editoriale e il coordinamento del gruppo di lavoro fu di Giannino Di Stasio, persona generosa e competente che spesso ha avuto idee che hanno precorso i tempi.